Lunedì, 01 Febbraio 2021 08:54

Arrestata la premio Nobel Aung San Suu Kyi e i militari prendono "ufficialmente" il potere in Myanmar. In evidenza

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L'unico germoglio di speranza democratica dell'ex Birmania messa "sotto chiave".

di Lamberto Colla Parma, 1 febbraio 2021 - Una vittoria scontata per la leader Aung San Suu Kyi che però viene accusata di brogli elettorali e arrestata dai militari che si prendono pieni poteri per un anno.

Un colpo di stato annunciato seppure nell'ex territorio britannico (ex Birmania) il "vero potere" è sempre stato saldamente nelle mani dei generali.

Mentre il mondo intero, inspiegabilmente dal 2017, si è rivoltato contro Aung San Suu Kyi, accusata delle mostruosità che si sono compiute contro la minoranza islamica dei Rohingya nello Stato occidentale del Rakhine, uno dei più poveri del Paese, la potente lobby dei militari hanno perseverato a controllare e intimidire chiunque tentasse di opporsi alla loro disciplina.

"È barbaro quanto sta accadendo ai Rohingya, su questo non c'è dubbio – ha detto il Ministro degli esteri britannico e oggi capo del Governo -, a margine dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York del 2017 -. È ovvio che stia a Aung San Suu Kyi di fare prova di leadership e imporre la loro linea alle forze armate".

Sulla scia dell'invettiva di Boris Johnson, la prestigiosa Università di Oxford, dove il premio Nobel per la pace e attuale ministro degli Esteri della Birmania aveva studiato più di cinquant'anni fa – precisamente dal 1964 al 1967 – conseguendo un dottorato in filosofia, scienze politiche ed economia, ha tolto il ritratto della leader Birmana sostituendolo con un ritratto dell'artista giapponese Yoshihiro Takada. Un gesto simbolico ma dal potente impatto emotivo.

Ed era invece noto a tutti che nel massacro Rohingya ci fosse la mano dell'esercito e di nessun altro e che la povera Aung San quasi nulla poteva, anzi Lei rappresentava  l'unico germoglio di speranza democratica del Paese, tant'è che alle elezioni dello scorso Novembre era stata consacrata leader indiscussa  del Myanmar.

Ma una accusa di brogli elettorali ha dato lo spunto al generale e vice presidente della nazione, Min Aung Hlaing, per instaurare il regime militare per un anno e arrestare la povera Aung San Suu Kyi. Poi si vedrà.

Ancora una volta l'occidente ha perso l'occasione per proteggere chi la democrazia tentava di farla emergere con la "pace" invece della "violenza", come certi DEM ma anche Repubblicani d'oltre oceano intendono esportare.

LINK di approfondimento:

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